Il 20 Maggio 2015 il Parlamento UE aveva votato in favore di una regolamentazione severa riguardante la legge sui minerali dei conflitti. Questo voto rendeva necessari dei requisiti obbligatori lungo l’intera catena di rifornimento dei prodotti contenenti minerali provenienti da zone di conflitto. Questa decisione fu salutata con soddisfazione da molte ONG e organizzazioni della società civile, compresa AEFJN. Tuttavia, da allora non c’è stato alcun progresso negli ulteriori negoziati con il Consiglio. Gli Stati Membri sostengono ampiamente un sistema non-vincolante che sarebbe applicabile solo agli importatori UE. Questa posizione è persino più debole della proposta iniziale della Commissione, che, benché anch’essa volontaria, include i prodotti di fusione e raffinazione dei minerali nel progetto. La posizione del Consiglio non assicura un cambiamento reale nelle pratiche delle aziende e nella responsabilità sociale delle multinazionali.
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